Domenica 7 aprile, in Duomo, si sono celebrate le Prime Confessioni. Ad accogliere le Confessioni dei ragazzi, Don Angelo, Don Claudio, Don Cesare e Don Arrigo.
Le parole di Don Claudio durante il momento di riflessione: “L’altro miracolo, quello più difficile, è che io perdonato perdono gli altri. Diventiamo protagonisti di perdono, perché i cristiani sono chiamati ad essere un altro Gesù”
“Il primo pensiero è che sono contento di vedervi qua. E’ una vera festa questa: vedere voi ragazzi, ma anche i vostri genitori e nonni. Noi siamo qua a fare che cosa? Abbiamo tutti bisogno del perdono degli altri. Non deve stupirci il fatto che litighiamo e il fatto che, a volte, può capitare di sbagliare. Durante la Via Crucis, Gesù cade tre volte e si rialza altrettante volte, perché la vita è così, si cade ma ci si rialza. Oggi celebriamo la festa di Gesù che ci fa rialzare. Ed infatti, il padre della parabola che abbiamo ascoltato fa rialzare il figlio che ammette i suoi errori. Un’altra parola molto bella è “risorgere”, che significa “alzarsi in piedi”. Cos’è il peccato? La distanza che c’è tra me e quel modello che è Gesù. Un modello che mi è stato presentato durante il sacramento del Battesimo. Anche io ho bisogno di confrontarmi spesso con il Suo modello. Oggi è la domenica della Misericordia: Gesù ha un cuore misericordioso, che significa che palpita verso gli altri. Se sono cattolico, so che ciò che faccio riguarda anche gli altri. Il prete, infatti, esprime da una parte la presenza di Gesù, dall’altra esprime il fatto che le mie azioni coinvolgono tutta la comunità, sia per quanto riguarda le azioni positive, che quelle negative. Un altro aspetto molto bello, è che il primo miracolo è quello che sarete perdonati dal Signore, ricevendo la grazia e la forza. Che cos’è la grazia? E’ il sentirsi amati, il sentirsi voluti bene e importanti per gli altri. L’altro miracolo, quello più difficile, è che io perdonato perdono gli altri. Diventiamo protagonisti di perdono, perché i cristiani sono chiamati ad essere un altro Gesù. Dobbiamo essere il riflesso di Dio: catturare la luce di Dio per riflettere il mondo. Perché cominciamo adesso a parlare di queste cose? Prima di tutto perché dobbiamo onorare la vostra intelligenza. Dovete cominciare a pensare alle cose in grande: non si è mai piccoli per le cose importanti. E poi imparare a fare i famosi esami di coscienza, per far crescere il nostro rapporto con il Signore. Il senso profondo dell’esame di coscienza, e questo è importantissimo, è riuscire a dare un nome ai nostri peccati. Fra i tanti peccati che mi piace indicare, soprattutto agli adulti, è la mancanza di allegria: una vita con il broncio è un peccato perché è un comportamento che non ci insegna il Signore, perché la mancanza dello sguardo verso l’altro come qualcuno da raccogliere con simpatia, è così diverso dalle cose che ci insegna Gesù, che ci dice di essere allegri perché figli di un padre festante.”