Domenica 16 aprile, presso la chiesa di San Leonardo, sono state celebrate le Prime Confessioni dei ragazzi di quinta elementare. Di seguito riportiamo le parole di Don Claudio Rubagotti durante le riflessione.
“Dobbiamo imparare a dare un nome ai nostri peccati, per riuscire ad incontrare la pace”
“Questo Vangelo, che parla della storia del figliol prodigo, ci mostra un aspetto fondamentale della nostra vita, quello del fare festa, per qualsiasi motivo. La differenza tra una vita felice e vissuta a pieno e una vita noiosissima sta proprio nel saper fare festa, anche con le piccole cose. Il prete, durante le Confessioni, rappresenta tutta la comunità cristiana perché questo sacramento non è un fatto individuale, bensì personale, e quindi riguarda tutta la Chiesa, in quanto quest’ultima è costituita da persone, molte tra le quali ci aiutano tutti i giorni, come insegnanti e genitori. Tutto ciò non è scontato, quindi fate festa. Apprezzate queste piccole cose. Ogni volta che noi ci confessiamo, ognuno di noi rinnova il Battesimo: confessarsi è bellissimo, perché per un momento noi mettiamo il nostro io davanti a Dio. Tante volte gli adulti, non voi che siete giovani e quindi autentici, non riescono a riconoscere i peccati e molte volte negano che un determinato comportamento sia effettivamente peccaminoso. Dobbiamo imparare a dare un nome ai nostri peccati, per riuscire ad incontrare la pace. Quindi, e concludo, cos’è il peccato? Tutto ciò che ci distingue da Gesù. Noi non siamo come Lui, ma solo per il fatto che ci proviamo, ci rende grandi. La fede cristiana non è un’efficienza, ma è una tensione, così come lo è l’amore. E ogni volta che noi non tendiamo verso Gesù, questo è peccato ed è importante riuscire a dargli un nome.”