Domenica 30 luglio, alle ore 10:00, si è celebrata in duomo la S. Messa musicata dall’organo del maestro Palmiro Froldi accompagnato dalla classe di violoncello del maestro Bo Peng, in occasione dell’ultima giornata dell’International Festival of Music. Una S. Messa sicuramente particolare, più intensa e intima. Qui di seguito, il pensiero di Don Arrigo Duranti durante l’omelia e il video delle performance musicali.
“Salomone, all’inizio del suo regno di Israele, chiede a Dio un cuore sapiente, non una vita lunga, ricchezza abbondante né tantomeno vittorie sui nemici. Salomone capisce che c’è qualcosa che conta di più ed è un aiuto indispensabile per fare scelte sapienti durante il suo percorso. Salomone si comporta come il mercante che cerca e trova una perla di grande valore o come l’uomo del Vangelo che trova un tesoro nel campo e che vende tutto per acquistarlo. Tutti e tre sanno che c’è qualcosa che conta di più. Salomone chiede a Dio un cuore capace di ascoltare, perché un cuore sapiente è un dono di Dio. Da queste tre letture possiamo imparare tre parole sapienti. La prima parola l’abbiamo ascoltata nella Seconda Lettura, quando Paolo scrive ai cristiani di Roma così: “Tutto concorre al bene per quelli che amano Dio”. Questo è uno sguardo sapiente sulla vita, sulla storia, sul mondo e sugli uomini. Uno sguardo sapiente che riconosce l’agire di Dio. Il cuore sapiente è quello che cerca il bene. La seconda parola di sapienza è quella che abbiamo ascoltato nel Vangelo, quella rete che pesca insieme pesci buoni e cattivi. Quella rete è una parola sapiente che ci ricorda che c’è il grano e la zizzania. Ci ricorda con realismo che c’è il bene e che c’è il male. Questa è la realtà. Quel realismo ci mette in guardia da quelle tentazioni selettive, da quel pensiero che ci fa sentire migliori. Allora possiamo dire che è bello il cuore sapiente, che è anche un cuore realista. La terza parola sapiente è il tesoro dei discepoli del Regno dei Cieli. Un tesoro che custodisce cose antiche e cose nuove. Ci dà l’occasione per uno sguardo sapiente e riconoscente sul passato che è anche uno sguardo che però non esclude uno sguardo sul futuro. Il cuore sapiente stima le cose antiche e attende le cose nuove. Infine, il cuore sapiente è un cuore che ascolta e la sapienza che viene dalla fede è il frutto dell’ascolto disponibile da queste parole che abbiamo appena ascoltato. Chiediamo allora al Signore sia lo sguardo ma, soprattutto, un cuore sapiente. Sia lodato Gesù Cristo.”