Domenica pomeriggio in Duomo si sono svolte le prime Confessioni del 2021. Un momento fondamentale nel percorso di iniziazione alla vita cristiana, come ha sottolineato il parroco, il quale ha voluto presentare l’importanza di questo Sacramento ai piccoli spiegando alcuni significati con una breve storia.
«Imparate fin da ora a dare un nome ai vostri peccati, così quando vi confessate il Signore vi darà il nome di “Salvati” ». Si può riassumere attorno a questa frase del parroco Don Claudio Rubagotti la giornata vissuta dai bambini di quarta elementare, i quali hanno ricevuto per la prima volta il Sacramento della Riconciliazione. Così, nel fresco del Duomo di Santo Stefano, durante il pomeriggio di domenica 11 aprile, il gruppo dei piccoli della catechiste Rossana Toscani, Francesca Busi, Laura Zaffanella e Fariba, alla presenza dei genitori, hanno sperimentato il momento della Confessione insieme a Don Arrigo Duranti, Don Cesare Castelli e don Angelo Bravi. Una tappa fondamentale nel percorso di iniziazione alla vita cristiana, come ha sottolineato il parroco, il quale ha voluto presentare l’importanza di «questi piccoli passaggi» spiegando alcuni significati che i piccoli avrebbero di lì a poco vissuto. «Cos’è il peccato? È un termine antico che ci ricorda una cosa fatta nei giochi: “sbagliare segno”. E se il nostro centro è Gesù, tutte le volte che noi siamo distanti dal centro, da quello che ci insegna, questo si chiama peccato» ha spiegato Don Claudio. «Tutti noi abbiamo i nostri peccati: io, ad esempio, ora che sono anziano, ho dei peccati che non avevo dieci anni fa. Certi li ho risolti, ma ne sono comparsi di nuovi! Per questo non dobbiamo mai smettere di fare quella cosa insegnata dai catechisti che si chiama “esame di coscienza”: arrivare alla sera e pensare “ho mirato al Signore oppure no”? Perché è vero che ognuno è fatto a suo modo, ma siamo fatti anche come il Signore ci ha creati. O meglio: io voglio essere com’è Lui».
Dopo essersi confessati, ognuno dei bambini ha scritto un suo breve pensiero da appendere alla croce realizzata di volta in volta nelle domeniche di Quaresima.
- Confessioni 2021 (11-04)
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Il monaco e i sassi: la riflessione di Don Claudio
A dare maggiore risalto al Sacramento, il parroco ha voluto raccontare una breve storia di origine russa sul “peso” e sull’importanza di saper riconoscere le nostre colpe. «Su di un’isola lontana c’era un monastero, dove si solito gli abitanti della terraferma andavano a confessarsi. Due personaggi conosciutisi durante il breve viaggio sul mare si condividevano i loro stati d’animo: uno era più addolorato e rattristato dalla sua colpa, mentre l’altro invece un po’ più svogliato si dirigeva lì incuriosito dalla fama del monastero. Arrivarono entrambi da un monaco. Si accosto il primo dei due uomini, il quale confessò come questi, durante una serata alla locanda, si fosse ubriacato e abbia ucciso un suo amico durante un litigio con lui. “Questo peccato lo porto sempre nel cuore”, disse alla fine. Allora il monaco disse: “Bene, hai confessato il tuo peccato. Adesso, vai verso la spiaggia e caricati sulle tue spalle il masso più grande che trovi e lo porterai qui da me. Poi ti darò il perdono”. Venne il turno del secondo, il quale non seppe bene cosa confessare: “Non saprei, non ho ucciso né rubato qualcosa…”, continuando a girarci intorno. “Bene, figliolo”, disse il monaco, “vai lungo la spiaggia e raccogli tutti i piccoli sassi che riesci a trovare, nella misura in cui riuscirai a metterli in un cesto, poi li porterai qui da me”. Andò il primo uomo e trovò un grande masso; lo prese su di sé e, faticando oltre misura, lo portò al monaco. “Ecco, il tuo peccato era grande e pesava sul tuo cuore come questo masso”, disse lui, “ora lo riporterai dove tu l’hai trovato”. Arrivò poi il secondo uomo, con la sua cesta piena di sassi; si era divertito a svolgere la sua penitenza. Ma il monaco disse: “Ora riporterai ogni sasso, uno a uno, dove lo hai trovato”. L’uomo rimase confuso: “Come farò? Li ho presi a caso sulla spiaggia, non mi ricordo dove si trovavano quando li raccolsi”. Rispose il monaco: “Ecco, così è la tua vita. Tu non hai un grande peccato, ma non sai dare il nome ai tuoi peccati. Ed è per questo che non cresci nella vita e nella fede”.
È importante per questo che noi diamo il nome ai nostri peccati. Se io non studio, vengo meno al mio dovere di studente; se offendo con un amico o amica, io sono cattivo; se davanti all’impegno chiesto da un genitore io rifiuto di svolgerlo, io sono egoista; se io non prego, manco di fede. Impariamo già adesso, perché tra qualche anno sarà già troppo tardi, a dare un nome ai nostri peccati. Così il Signore ci darà il nome di “Salvati” ».
- Confessioni 2021 (11-04)
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di Redazione
Fotografie di Federica Bini