Pubblichiamo integralmente la lettera scritta da Monsignor Antonio Napolioni al termine della sua visita pastorale nello scorso febbraio rivolta alle nostre parrocchie e alla città di Casalmaggiore. Il documento è stato oggetto di lettura e discussione nel Consiglio Pastorale di giovedì 22 aprile. Numerosi sono i punti trattati ed esaminati nel testo, nel quale si ripercorrono le tappe della sua presenza nel fine settimana casalasco. Il Vescovo, inoltre, propone stimoli e riflessioni per rispondere alle prossime, delicate e significative sfide della comunità cristiana e civile.
Carissimi fratelli e sorelle,
nei giorni che ho avuto il dono di vivere tra voi, credo che abbiamo condiviso un evento di grazia, umile e perciò ricco della vera fecondità cristiana. Non volevamo “ispezionare” le parrocchie né creare un “evento” intorno alla presenza del Vescovo, ma fare esperienza di ascolto, annuncio e accompagnamento. Grazie per la fiducia con cui mi avete accolto, per l’apertura di mente e di cuore che ha caratterizzato tanti incontri e dialoghi, per ciò che ho avuto modo di conoscere della vostra particolare realtà. Ci siamo riusciti nonostante le difficoltà e le limitazioni dovute all’epidemia da coronavirus, che hanno “sfrondato” il programma da ciò che non sempre è essenziale. Abbiamo pregato insieme, e in tanti modi ho potuto raccogliere elementi preziosi per chiarificare e rilanciare la missione di evangelizzazione affidata dal Signore ad ogni comunità cristiana. Con questa lettera ve ne restituisco gli aspetti principali, impegnandomi a tornare ad incontrarvi per la necessaria verifica, in modo da crescere ancora nella fedeltà al Vangelo e nella comunione ecclesiale. 1. La visita è iniziata al Santuario della Fontana, dunque da Maria, dalla sua presenza discreta e fedele nel cuore del popolo di Dio. Rinnovo il grazie della Chiesa locale ai carissimi Frati Cappuccini che rendono accogliente il santuario, offrendo a tanti il loro preziosissimo ministero di ascolto e riconciliazione. Dal profondo a te grido, o Signore: la liturgia ci ha fatto partire da lì, dalle profondità di ogni cuore umano, vero luogo di incontro con Dio e di felice o mancata realizzazione personale. Dopo diverse significative tappe, nei luoghi del dolore e della cura, della solidarietà e dell’accoglienza, della formazione e della preghiera, i giorni della visita hanno culminato nella bellissima celebrazione eucaristica in Santo Stefano, come a raccogliere il mosaico di esperienze e storie che man mano si componeva. Lì, nella II domenica di Quaresima, ha risuonato il Vangelo della Trasfigurazione di Gesù, a dirci in maniera inequivocabile su quale strada la Chiesa, fatta da ognuno di noi, è chiamata a seguire il Signore: la via della croce, la via della luce. In tanti momenti e celebrazioni ha risuonato ancora l’essenziale della fede, risposta di Dio agli interrogativi più vitali e talora drammatici che nessun essere umano può eludere. Il mistero di Cristo: questo il nostro vero tesoro, il luogo di incontro, il senso di tutto. 2. Prima degli incontri collettivi, voglio rimarcare la bellezza di ogni incontro interpersonale, facilitato dalle prime belle giornate di sole che annunciavano una primavera, nonostante la paura e la stanchezza che l’epidemia continua a seminare tra noi. Abbiamo vissuto in questa luce alcuni incontri nelle case, dove i vostri sacerdoti mi hanno accompagnato a conoscere testimonianze di grande dignità umana, di longevità segnata dal lavoro e dalla fiducia in Dio, di fedeltà coniugale, di accettazione paziente e serena della malattia, di sollecitudine amorevole dei genitori verso i figli con gravi disabilità, ecc. Sono i segni del Regno di Dio, che davvero cresce, secondo la logica delle Beatitudini. Questo “andare nelle case” si conferma come uno stile pastorale antico e sempre efficace, da intensificare in futuro non solo da parte dei sacerdoti, ma anche con l’aiuto di laici sensibili e preparati, che possano portare con assiduità la consolazione della fede e il dono dell’amicizia. 3. La preghiera al cimitero cittadino, la visita agli ospiti della Fondazione Busi e del Centro “i Girasoli”, la visita ai “figlioli” e alle Suore della Casa Giardino, la preghiera con gli anziani del vicino complesso di ospitalità… hanno detto con gesti semplici, brevi ma intensi, quante siano le fragilità di cui prima o poi diventiamo portatori e di quanta cura abbiamo tutti bisogno, specie in alcune condizioni e fasi della vita. L’umanità di una convivenza civile si misura dal grado di attenzione, dalla spesa economica e dal volontariato gratuito che sostengono quanti non ce la farebbero più con le loro sole forze. Sono ammirato dalla tradizione di solidarietà che custodite e che esige certo continui sforzi di aggiornamento e sviluppo. L’incontro con gli operatori della carità e della solidarietà ha testimoniato come la comunità cristiana e civile sappiano articolarsi in diverse forme di servizio, tutte preziosissime. Ringrazio i responsabili della Croce Rossa e della Protezione Civile per aver portato la loro testimonianza, a fianco di realtà più specificamente espressione della comunità ecclesiale. Tutti hanno sottolineato il bisogno di un cambio di mentalità, che possa favorire anche il coinvolgimento dei giovani in campi di impegno solidale che hanno sempre bisogno di nuove energie e idee. In tal senso, incoraggio decisamente l’iniziato processo di unificazione delle Conferenze di San Vincenzo de’ Paoli che operano generosamente nelle parrocchie di città: avete detto che il mondo è cambiato, nuove povertà ci interpellano, e credo che solo insieme potremo trovare risposte adeguate. Incoraggio il Centro di Aiuto alla Vita a proseguire nella delicata missione di aiuto alla maternità. La Casa dell’accoglienza affidata dalla parrocchia alla Caritas diocesana può essere un efficace laboratorio di promozione umana e non solo “parcheggio indeterminato” per migranti e altri bisognosi. Credo sia venuto il tempo di superare la delega ad Istituzioni specializzate sovraparrocchiali, per favorire una coscienza operosa dei fedeli delle vostre comunità riguardo progetti e sviluppi possibili nel futuro. Il progetto “Apri” ne è un ottimo esempio. Affido il tema al Consiglio pastorale unitario perché ci rifletta, con l’apporto delle Aggregazioni laicali (come le Acli e non solo) e con l’aiuto della Caritas diocesana, in modo da essere ben orientati e preparati davanti alle sfide della realtà.
- lettera Vescovo parrocchie Casalmaggiore
- lettera Vescovo parrocchie Casalmaggiore
- lettera Vescovo parrocchie Casalmaggiore
– Non dimenticherò il partecipato e attento incontro con bambini e famiglie coinvolte nei cammini di Iniziazione Cristiana: avete notato quanta luce si può fare a partire dalle loro domande, e come è bello costruire insieme una comunità educante, senza la quale gli sforzi dei soli genitori restano spesso senza l’esito desiderato;
– La carità educativa inizia con l’attenzione nascosta e quotidiana alle esigenze dei più fragili: è bellissimo quanto fate per aiutare nel doposcuola, integrando così anche tanti bambini di origine straniera, che cresceranno tra noi e saranno i cittadini di domani;
– Un bel gruppo di giovani si trova in Oratorio per studiare insieme e crescere come adulti nella fede. Partendo dall’immagine della strada, abbiamo dialogato con loro sulla “struttura vocazionale” della vita, sollecitando ad una dinamica spirituale di ascolto del Signore come maestro di vita. Non dobbiamo temere il loro bisogno di libertà e la loro capacità di assumersi responsabilità;
– La via crucis coi cresimandi in San Leonardo e l’incontro coi catechisti mi ha fatto cogliere la passione con cui seguite i vostri ragazzi. La pandemia, pur avendo impedito tante attività anche di catechesi, può farci riscoprire l’essenziale costringendoci ad una saggia revisione delle nostre prassi per far emergere l’annuncio vivo di Gesù prima di ogni insegnamento morale, l’attenzione alla persona e alla vita di ogni ragazzo, la stima per i gesti religiosi che si possono vivere anche in famiglia, il dialogo coi bisogni dei genitori, le potenzialità delle moderne tecnologie, ecc. Occorre una catechesi che faccia scoprire il cuore del cristianesimo, senza scadere in nozionismi e banalità, ma impattando anche con il “duro” della vita, in cui echeggia con verità il messaggio della salvezza;
– Più ampiamente, occorre un organico progetto educativo, che abbia al centro il cammino catecumenale di iniziazione cristiana (non rinviatene più l’introduzione, pur coi giusti adattamenti!) e la pastorale giovanile, facendo attenzione all’apporto di quanti altri operano nel territorio in campo educativo. Potreste vagliare con le parrocchie vicine l’opportunità di avviare qualche esperienza associativa adatta ai ragazzi, come l’ACR o lo scautismo dell’AGESCI: io sarò sempre disponibile ad aiutarvi in questo.
- lettera Vescovo parrocchie Casalmaggiore
- lettera Vescovo parrocchie Casalmaggiore
- lettera Vescovo parrocchie Casalmaggiore
Tutti nel mondo e nella Chiesa stiamo affrontando sfide epocali, più grandi di noi. Come ci hanno ripetuto sia Benedetto XVI sia papa Francesco, la fede non si diffonde più per tradizione sociale o culturale, ma solo per irradiazione, per attrazione, a partire da un’esperienza bella, vera e gioiosa di Gesù. Il futuro delle nostre comunità cristiane, tentate dal virus del pessimismo nostalgico, dipende da tale prospettiva missionaria, ben delineata dai Vescovi italiani in un breve e chiaro documento del 2004 su Il volto missionario delle parrocchie in un mondo che cambia, che vi invito a riprendere e seguire.
Ringrazio i vostri sacerdoti per la quotidiana ricerca delle vie di Dio, in una saggia custodia della tradizione e nell’attenzione al nuovo che si impone. Incoraggio la loro condivisione di vita, che diventa testimonianza gioiosa di intesa, corresponsabilità e collaborazione. Seguiteli e aiutateli in questo cammino di comunione in Cristo. 9. Riguardo le questioni amministrative, la pre-visita effettuata con i competenti collaboratori della Curia Vescovile ha permesso un’attenta considerazione della situazione delle tante chiese, case e strutture per la pastorale. La situazione è complessa e onerosa, le strutture appaiono oggi troppe e sovradimensionate rispetto alle reali necessità, e ciò rischia di condizionare negativamente la vita pastorale, che non va pensata in funzione delle strutture ma viceversa. Il Consiglio pastorale dovrà delineare attentamente coi sacerdoti il volto di Chiesa da coltivare, e le conseguenti priorità riguardo la vita liturgica, educativa e caritativa della comunità cristiana cittadina, per mettere i Consigli parrocchiali per gli affari economici (direi da riunire sempre congiuntamente) in grado di valutare progetti, percorsi, scelte e interventi, senza escludere dove possibile cessioni e alienazioni. Sulle principali problematiche, vi chiedo di avvalervi anche della consulenza competente dell’Economo diocesano e degli altri Uffici di Curia, che hanno maturato le loro valutazioni su tali vostre situazioni, in modo da elaborare prospettive condivise e concretizzabili. Vi ho trattenuto su tanti aspetti della vita ecclesiale, segno della vostra vitalità, che non deve essere mai ignorata o svilita, ma promossa secondo il dono di Dio. Ciò avverrà nella misura in cui crescerà un senso di appartenenza non solo a questa o quella parrocchia, a questa o quella associazione, ma alla Chiesa di Cristo, al popolo santo di Dio, che comprende davvero tutti, anche chi non crede, anche i “nemici” se ve ne fossero! Questo è lo spirito cristiano del dialogo e della missione, che è necessario coltivare nella preghiera e osare nella vita.
Immagino di non aver neppure incontrato, in soli tre giorni, tutti i gruppi di spiritualità e impegno cristiano che esistono nel vostro territorio. Col tempo, andrà anche impostato un rapporto più organico almeno con le parrocchie delle frazioni del Comune, che per tanti motivi diventano sempre meno autosufficienti. Mi auguro di vedervi tutti agli appuntamenti della chiesa diocesana, per sostenerci in questo percorso di aggiornamento, valorizzando il contributo di ciascuno e rafforzarci nella fede. Vi ringrazio ancora per il calore di ogni incontro. Contate su di me, per ciò che posso: certamente l’ascolto, l’annuncio e l’accompagnamento, che continuerò ad offrirvi. Invochiamo sempre lo Spirito di Dio prima, durante e dopo ogni nostro gesto, ed Egli assicurerà fecondità alle nostre intenzioni e azioni. Vi accompagno sempre con la benedizione del Signore.
+ Antonio Napolioni
vescovo
Fotografie di Federica Bini e Giacomo Rastelli