In occasione delle Giornate FAI d’Autunno del 15 e 16 ottobre, le Parrocchie di Casalmaggiore sono orgogliose di svelare al pubblico gli interventi di restauro architettonico e pittorico del Palazzo Abbaziale, situato nel cuore della città, cominciati nel lontano 2010. Sarà infatti possibile visitare per la prima volta i saloni restaurati, che riveleranno al mondo gli inediti e importanti affreschi rinvenuti, e la preziosa biblioteca, che custodisce testi antichi e rari.
«È stata come una rivelazione» ha detto più volte il parroco don Claudio Rubagotti parlando della bellezza perduta di un luogo abbandonato dal tempo. Perché il Palazzo Abbaziale ha vissuto una vita invisibile per molti anni; un immenso edificio nel cuore di Casalmaggiore ignoto a molti. Si fa intravedere in una parte della sua facciata, se si ha la dovuta attenzione, dal portone ad angolo di via Guerrazzi. Eppure quel maestoso palazzo vescovile, costruito agli inizi del Settecento, sta tornando a mostrarsi in tutte le sue meraviglie: dal monumentale scalone a due rampe decorato, agli appartamenti di rappresentanza con soffitti a cassettoni, serramenti preziosi e decorazioni murali rimaste conservate sotto uno strato d’intonaco. Senza dimenticare l’antica biblioteca parrocchiale, che custodisce ancora oggi testi antichi e rari in armadiature d’epoca.
Dopo più di dieci anni di silenzioso ma dispendioso lavoro di cura e manutenzione, il Palazzo aprirà le sue porte per sorprendere il pubblico con i suoi tesori un tempo nascosti. L’occasione è il weekend del 15 e 16 ottobre 2022, durante le Giornate FAI d’Autunno, che apre le porte di numerosi luoghi poco conosciuti per stimolare la collettività alla conoscenza del patrimonio culturale italiano e della sua fragilità e, attraverso la raccolta fondi, chiedere il supporto di tutti per evitare nuovi degradi. Le visite, a libero accesso e senza prenotazione, si terranno il sabato e la domenica dalle 10 alle 18, con ultimo ingresso alle ore 17:40; la durata è di circa 40 minuti circa con partenza ogni 20 minuti. Per sostenere la tutela e la conservazione del Palazzo, in linea con lo spirito dell’iniziativa FAI, ai partecipanti verrà suggerito un contributo di partecipazione a partire da € 3,00.
«Il mio sogno sarebbe raccogliere fondi perché il Palazzo possa tornare a stupire, è il patrimonio e la storia di una parrocchia e di una città intera» ha detto don Claudio nel lanciare l’appello alla cittadinanza a partecipare attivamente alla nuova vita dell’edificio. Ci è voluto un po’ di tempo, infatti, perché l’edificio e le sue meraviglie tornassero a farsi conoscere al mondo; le cose preziose sono vulnerabili all’indifferenza. Costruito all’inizio del XVIII secolo dall’Arciprete e Vicario Foraneo don Vermondo Fantini, l’ultimo abate parroco a risiedervi fu monsignor Luigi Brioni. Per evitarne il decadimento a partire dal nuovo millennio, l’allora parroco don Alberto Franzini prese la decisione del lungo percorso di recupero architettonico e pittorico, cominciato nel 2010 grazie anche al contributo della Fondazione Cariplo. Cominciarono così i lavori di mezza in sicurezza della struttura, per di più compromessi dal terremoto del 2012.
Al termine di queste operazioni, è iniziato il restauro dell’apparato decorativo ad opera delle professioniste dello Studio Blu. Nel pieno rispetto dei vincoli dettati dalla Soprintendenza per i Beni Architettonici e Paesaggistici, i lavori hanno così restituito lo stile originale degli ambienti. Dal grande scalone che ha nel soffitto un dipinto raffigurante un ascensione, alle stanze con preziose decorazioni pittoriche, dove elementi ornamentali si alternano a tondi con busti forse identificabili con i grandi poeti della cultura greco-romana; senza dimenticare la maestosa sala rossa, con le statue dipinte di Giustizia e Temperanza che incorniciavano l’ingresso, oggi murato, dell’alcova con la “Gloria della Vergine”. In parallelo ai lavori di restauro del Palazzo Abbaziale, sono stati realizzati importanti interventi di restauro anche sull’antico ingresso situato a est, nelle mura di cinta che delimitano l’area dell’oratorio. La struttura era da tempo soggetta ad incuria e aveva subito anche gravi danni a causa di terremoti e minacciava seriamente la sicurezza dei passanti.
«Io sono convinto che sarà appunto questo stupore creato nel passato a dare ancora una possibilità al futuro di sognare», conclude don Claudio. La sua battaglia per difendere la bellezza diventi anche quella un po’ di tutti – per dare una nuova possibilità al territorio casalasco anche dalle meraviglie ancora da scoprire.
Scarica qui il pdf dei restauri del Palazzo Abbaziale e l’invito alle Giornate FAI 2022
di Redazione
foto a cura dello Studio Blu