LABORATORIO DI TEATRO SOCIALE E DI COMUNITA’
Formatore: Massimiliano Bozzoni
“Il teatro non è indispensabile. Serve ad attraversare le barriere tra te e me”
(J.Grotowski)
PREMESSA
“Il teatro ti insegna ad essere grande. Non importa se da grande non farai -l’attore- o non sarai un -grande attore-. Il teatro ti insegna ad essere grande. Ti insegna a lottare, a non arrenderti. Ti insegna a non accontentarti. Ti insegna che nessuno ti regala niente. Ti insegna il rispetto, la disciplina. Ti insegna a rialzarti dopo le sconfitte. Ti insegna a guardare negli occhi, perché sai che in quegli occhi sono racchiuse centinaia di altre storie. Ti insegna a ricominciare da capo, a non aver paura della vita. Ti insegna che quando qualche cosa finisce, qualcosa di ancora più entusiasmante comincerà. Ti insegna ad essere libero, a non tirarti indietro, a non risparmiarti. Ti insegna a non avere paura. Ti insegna il tempo. A dare valore a quel tempo. A vederlo scorrere senza neanche accorgertene, a rincorrerlo per non perderlo. Ti insegna le parole, a non buttarle giù per caso, ma a dar forma ad esse. Ti insegna le parole: Amore, Vita, Bellezza, Sudore, Sacrificio, Dolore. E non importa se da grande non farai l’attore o non sarai un grande attore. Tutto ciò che ti insegna il teatro ti servirà sempre, qualsiasi cosa farai: l’ingegnere, la casalinga, l’avvocato, il fruttivendolo. Perché per – essere grandi – c’è bisogno di -essere-.”
TONY COLAPINTO, Direttore della SHAKESPEARE THEATRE ACADEMY
COS’ E’ IL TEATRO SOCIALE
Nella nuova teatrologia il teatro sociale è l’arte dei corpi che mira al benessere delle persone, dei gruppi, delle comunità. Cerca di unire la cura ed il benessere della persona, in cui eccellono molti saperi come la medicina, la psicologia, le artiterapie, alla cura e al benessere dei collettivi. Il teatro sociale come mezzo “veicolo”, direbbe Grotowski, subordina l’estetica all’etica. Rovescia il processo creativo per cui non è la vita per l’arte, ma l’arte per la vita. Riguarda tutti gli umani, non solo i professionisti dello spettacolo. Il teatro sociale è nato e si sviluppa nell’ambito del disagio e del malessere ma non racconta e non rappresenta drammi e storie di disabili, detenuti, malati mentali, stranieri, periferie abbandonate, anziani, profughi, donne con disturbi alimentari, ma bensì offre uno spiraglio per uno stato di benessere; non vuole essere il teatro della rappresentazione ma bensì dell’altro, il teatro dell’azione. Il teatro sociale, in qualsiasi situazione in cui viene chiamato, sia essa di disagio o di normalità sociale, scuola o territorio, istituzione o gruppo libero, cerca di mettere uno stato di benessere attraverso la combinazione articolata di laboratori (per l’azione), spettacoli (per la rappresentazione), eventi (per le relazioni nella ritualità quotidiana e festiva). In sintesi: facciamo cosa? Facciamo come chi? Facciamo come se.
PERCHE’ FARE TEATRO?
Le tecniche teatrali si sono sempre dimostrate particolarmente adatte ad essere utilizzate per svariati motivi:
- L’aspetto ludico della teatralità costituisce uno spazio nuovo, di nuova realtà, nel quale è possibile scoprire nuove forme comunicative a vari livelli
- Scoprire, esplorare, sperimentare, nella coscienza dei propri limiti e possibilità
- Rivedere la relazione con l’altra persona, in una situazione diversa e destrutturata rispetto al quotidiano, per rivedere la stessa e riscoprirla
- Evocare emozioni e stati d’animo attraverso l’azione teatrale e definirne contorni e colori
- Rivedere il concetto di tempo dell’azione, lavorando sulla frenesia e sulla percezione del gesto e della parola, lavorando sulla dilatazione del tempo dell’azione
OBIETTIVI
- potenziare in ognuno la consapevolezza del sé
- sensibilizzare la percezione di stimoli e segnali esterni a sé
- stimolare il concetto di gruppo che agisce insieme
- lavorare sul ricordo, sul presente e sul futuro
- amplificare la capacità di ascolto
- scoprire o riscoprire il tema della bellezza
- lavorare sullo stato di benessere della persona
- sviluppare il proprio personaggio interiore- strutturare improvvisazioni teatrali
- lavoro di scrittura drammaturgica per la costruzione del canovaccio
- strutturare uno spettacolo finale
METODO IN AZIONE
Gli incontri del laboratorio teatrale si svolgeranno secondo un canovaccio sequenziale definito:
- formazione del gruppo
- proposta – stimolo
- esperienza attiva di improvvisazione
- riflessione sull’evento
- rappresentazione di sintesi
TEMPI E MODALITA’ ORGANIZZATIVE
Si prevedono incontri di 2 ore per un totale di 30 ore, suddivise in: 13 incontri di laboratorio e 4 ore per prove generali e spettacolo
A CHI E’ RIVOLTO
Ipotesi 1: ragazzi delle scuole medie e superiori, il mercoledì pomeriggio a cadenza QUINDICINALE
Ipotesi 2: famiglie il giovedì sera a cadenza SETTIMANALE
SPAZI
Teatro o sala auditorium
DA CHI È PROPOSTO
L’ Associazione Famiglie Santo Stefano in collaborazione con l’ Oratorio Maffei propone, attraverso il contributo di Regione Lombardia nell’ ambito del progetto Familiarizzare C. P. F. Oglio-Po questo significativo progetto sugli adolescenti.
Cremona, 28 Novembre 2023
Massimiliano Bozzoni
Formatore di Teatro Sociale e di Comunità