Nei mesi scorsi è stato avviato un processo di incontri, finalizzati a pensare e strutturare il nuovo Consiglio Pastorale Unitario, guidati dal professor Ettore Zambonardi. Essi sono stati partecipati da un gruppo di parrocchiani che, con generosità, hanno risposto all’appello del parroco di impegnarsi in tale esperienza. Frutto del percorso è la seguente composizione che, con la complicità dei tempi distesi dell’estate, presentiamo alla vostra paziente e feconda lettura.
RELAZIONE FINALE DEL PERCORSO DI PREPARAZIONE AL RINNOVO DEL CONSIGLIO PASTORALE DELL’UNITA’ PASTORALE “CITTA’ DI CASALMAGGIORE”
Introduzione
Riprendiamo le parole che il Vescovo ha scritto nella lettera indirizzata alla nostra comunità a conclusione della visita pastorale del febbraio 2021.
“Siete gente di fiume e di confine, chiamata a cogliere le sfide positive, coltivando la capacità di dialogo e scambio, facendo della periferia un osservatorio privilegiato e un laboratorio di sperimentazione.”
Ascoltando queste parole è stato avviato ad aprile di quest’anno, un percorso propedeutico al rinnovo del Consiglio Pastorale nel solco del cammino sinodale intrapreso da tutta la chiesa italiana.
Il Sinodo ci ha chiamato in particolare a riflettere e confrontarci su questi temi:
1. l’essere compagni di viaggio;
2. imparare ad ascoltare;
3. imparare a condividere la responsabilità della nostra missione comune di membri della chiesa;
4. imparare a dialogare nella Chiesa e nella società;
5. riflettere sul tema dell’autorità e della partecipazione;
6. riflettere sulla capacità di discernere e decidere assieme.
Invitati dal nostro parroco, coerentemente con questi nodi tematici, la comunità è stata chiamata a definire il profilo del nuovo Consiglio Pastorale e le modalità di selezione e scelta dei suoi membri in modo condiviso e partecipato.
“Il percorso è rivolto ai membri delle Parrocchie che si rendono disponibili a formare il nuovo Consiglio Pastorale Unitario ed è propedeutico a quest’ultimo. Sappiamo che essere fratelli è dono dello Spirito che discende dall’unico Padre, non di meno è importante, ispirati da questo Spirito, trovare modalità concrete di partecipazione e condivisione nella comunità. L’occasione del rinnovo dei Consigli Pastorali di San Leonardo e Santo Stefano, ci offre questa possibilità, non pertanto solo una procedura burocratica, ma la possibilità di dare valore e importanza a questi organismi e alle persone che li comporranno preparando assieme il loro rinnovo”
Il percorso, aperto a tutti, è durato circa tre mesi ed ha visto coinvolti: i sacerdoti, i religiosi presenti nella nostra città e oltre venti parrocchiani/e. Si è svolto in un clima di scambio e di condivisione fraterna, di fiducia e ascolto reciproco, partendo dai desideri e dalla esperienza di ognuno, si è approfondita una visione comune sul nuovo Consiglio Pastorale. Accompagnati da un formatore è stata una esperienza di crescita comunitaria.
Quale Consiglio Pastorale
In questo clima di ascolto e partecipazione, il lavoro ha fatto emergere il profilo di un Consiglio Pastorale caratterizzato da alcuni elementi chiave sia dal punto di vista della qualità delle relazioni interne che delle modalità di funzionamento.
Dal punto di vista delle relazioni interne emerge il desiderio e la volontà di costruire un Consiglio caratterizzato da relazioni personali sincere, un’assemblea nella quale, pur nella differenza dei ruoli, possa esprimersi la fraternità del popolo di Dio. Un luogo di confronto dove i membri hanno pari dignità, un luogo di ascolto nel quale ognuno può esprimersi liberamente 2 .
Dal punto di vista delle modalità di lavoro si sottolinea come occorra favorire il confronto fra tutti i suoi componenti, ma senza essere dispersivo, al contrario incisività e concretezza sono
considerate caratteristiche importanti. Ma a cosa serve il Consiglio Pastorale? La domanda un po' provocatoria emersa da un componente del gruppo ha suscitato delle risposte che andassero oltre le definizioni da manuale. A questo riguardo è emerso con forza il concetto del “discernimento comunitario”, un Consiglio pertanto non appiattito nell’organizzazione o gestione di attività specifiche, ma che sappia essere luogo in cui osservare la realtà e ascoltare assieme quello che lo Spirito suggerisce per il bene
della comunità. Questa riflessione è stata ripresa dal Vescovo, nell’incontro di verifica del 1° giugno scorso, durante il quale ha rimarcato con forza il primato del Popolo di Dio nella comprensione dei segni dei tempi. Il Consiglio Pastorale è chiamato a non disperdersi nelle varie attività parrocchiali, infatti il “Compito principale …… è quello di definire un piano comune di evangelizzazione e cura pastorale, accompagnarne l’organica esecuzione, interagendo con le altre realtà ecclesiali e con le civiche istituzioni del territorio” 3
Il tema del “discernimento” e in particolare del “discernimento comunitario”, che pur patrimonio della spiritualità della Chiesa da secoli, è stato riportato in auge dal pontificato di Papa Francesco, richiederà sicuramente ulteriori riflessioni per maturare modalità relazionali e pratiche comunicative che lo “incarnino” nella realtà del nuovo consiglio, ma già definisce non solo uno stile ma anche una identità, per altro già descritta nel documento diocesano del 2007 “Chiesa in Comunione”. “Il Consiglio pastorale ha una duplice valenza: da una parte esso è l’immagine della fraternità e della comunione ecclesiale; dall’altra parte esso è lo strumento della riflessione e della comune decisione pastorale, dove il ministero della presidenza, propria del parroco, e la corresponsabilità di tutti i fedeli laici devono trovare la loro sintesi.”
Con chi Con questo gruppo di lavoro si è attivato un processo per individuare il profilo dei nuovi componenti del consiglio attivando una sperimentazione di discernimento comunitario. Questa attività ha portato a delineare alcune caratteristiche che, a partire dal comune dono ricevuto nel battesimo, connotino i componenti che afferiscono al nuovo Consiglio Pastorale come persone che:
- abbiano il sincero desiderio di essere in comunione con la Chiesa e siano aperti alla missionarietà;
- siano capaci di ascoltare la Parola e i fratelli;
- siano aperti al territorio;
- sappiano tentare nuove strade;
- siano in ascolto delle realtà parrocchiali;
- siano una cellula viva della comunità;
- costruiscano uno spazio di ricezione e riflessione all’interno della vita parrocchiale;
- abbiano a cuore le proposte che arrivano dalla comunità;
- sappiano rappresentare le varie sensibilità senza settarismi.
L’esperienza di questi incontri ha aiutato i partecipanti a crescere in uno stile più maturo di ascolto e condivisione, rafforzando il senso di appartenenza alla Chiesa. La composizione di questo gruppo è sufficientemente variegata e portatrice delle varie sensibilità presenti nelle parrocchie, pertanto diventa significativo che i membri del nuovo consiglio debbano essere individuati fra le persone disponibili che hanno partecipato a questo percorso, senza togliere la possibilità al parroco di nominare altre persone che ritenga significative per competenza o sensibilità.
Il numero dei membri del nuovo consiglio, coerentemente con quanto emerso sulla effettiva possibilità della sua efficacia, pur dovendo esprimere le diverse componenti e sensibilità presenti nelle parrocchie di San Leonardo e Santo Stefano non è utile superi le 25 persone.
Come:
I prossimi passi:
1 – Il presente documento, viene presentato alla comunità nelle sue varie espressioni ed articolazioni tramite uno o più incontri da tenersi nel mese di settembre secondo un calendario
preordinato. Alla presentazione saranno chiamati a partecipare gli operatori pastorali afferenti ai diversi ambiti e articolazioni della via pastorale, nonché i singoli parrocchiani interessati. Gli
incontri saranno animati dai componenti il gruppo di lavoro che ha partecipato al percorso.
2 – un’assemblea comunitaria in cui i nuovi componenti il consiglio pastorale sanno presentati alla comunità parrocchiale
3 – Dal mese di ottobre 2023 il nuovo consiglio è ufficialmente insediato.
Considerazioni Finali
Il nuovo consiglio si dà tempo un anno per stendere, in base all’esperienza maturata, un regolamento/statuto che, in linea con questo documento, ne definisca nel concreto le modalità di
funzionamento. Si ritiene inoltre utile, alla luce di questa esperienza e con modalità da definire, l’inserimento di una figura con adeguate capacità professionali, chiamato dal parroco a far parte del Consiglio, che possa accompagnare e supportare questo Consiglio dal punto di vista della crescita delle competenze relazionali. Egli porrà particolare attenzione ai processi e alle modalità di funzionamento del Consiglio stesso in modo che siano coerenti con il proprio mandato e con quanto espresso in questo documento.