Ripercorriamo insieme i tre giorni nei quali il Vescovo Antonio Napolioni ha visitato alcune realtà delle nostre comunità parrocchiali e della città casalasca.
Chiesa di discepoli missionari. Ovvero coloro che si mettono all’ascolto di Lui e testimoniano i suoi insegnamenti. Una Chiesa, quindi, che torna ad imparare e vivere la Parola. Con questo spirito il Vescovo Antonio Napolioni ha fatto tappa a Casalmaggiore durante il suo cammino di Visita Pastorale nella Diocesi di Cremona. Tre giorni intensi ma discreti all’insegna della riflessione e dell’incontro. La situazione storica ha infatti suggerito di impostare la presenza del Vescovo con maggiore attenzione alla sostanza più che alla forma della festa. Ciò non gli ha impedito comunque di “toccare con mano” le realtà e le storie più delicate delle nostre parrocchie, mettersi a disposizione nell’accogliere proposte differenti, condividere le preoccupazioni e le difficoltà della comunità cristiana casalasca e, nel limite del possibile, dialogare con tutti. Senza dimenticare un pizzico di ottimismo per il domani di ognuno. Una «questione di metodo», come dal Vescovo stesso sottolineato, un invito a ritornare all’essenza dell’essere cristiani in un tempo «di enormi trasformazioni» e dunque fertile per ripensare la propria fede e il proprio ruolo nella società alla luce del Vangelo e del Maestro.
Santuario della Fontana
La Visita Pastorale è cominciata venerdì 26 febbraio dal Santuario della Fontana, con la S. Messa e l’incontro con la Comunità dei Frati Cappuccini.
La visita nelle case
Nella mattinata di venerdì, Monsignor Antonio si è recato nelle case di alcuni parrocchiani per trascorrere un po’ di tempo in loro compagnia e ascoltare le loro personali storie.
Preghiera al Cimitero in ricordo di tutti i defunti
Una delle tappe più emotivamente forti del percorso in terra casalasca è stato il momento di preghiera al Cimitero. Non soltanto nel ricordo dei fratelli defunti, ma in particolare per coloro che ci hanno lasciato a causa della pandemia Covid-19.
«Padre, che meraviglia! Grazie, ti benedico». Non sta bene dire così al Cimitero? Che viene a fare il Vescovo al cimitero se non a proclamare la meraviglia delle opere di Dio? – così ha iniziato il suo intervento Monsignor Antonio – Non sono solo la bellezza del creato – c’è anche la nebbia, la tempesta, il terremoto, il virus; la natura è imperfetta dal nostro punto di vista – verrebbe da dirgli «non ti è venuta proprio bene». Cantiamo le meraviglie dell’umanità fin che andiamo d’accordo. Che sarebbe stato il mondo se l’avessimo potuto realizzare secondo il nostro progetto? E invece c’è il progetto di Dio, che è un progetto di libertà, di perdono, di Pasqua cioè di resurrezione, quindi di esperienza della morte». Dopo aver raccontato un toccante aneddoto di Papa Francesco in visita al carcere di San Vittore a Milano, il Vescovo ha concluso la sua “omelia” con una riflessione sull’eterno riposo: »Chi ci separerà allora dall’amore di Dio? Nulla. Solo la nostra libertà usata male. Solo noi possiamo separarci da lui, perché lui non si separa mai da noi. Per cui esiste inferno? Da parte di Dio no; siamo noi che ce lo cuciamo su misura perché non vogliamo accettare il suo amore, la sua fedeltà, la sua misericordia. E allora preghiamo per i morti, perché le loro anime sperimentino, dicano sì fino in fondo, anche all’ultimo istante di questo assedio d’amore di Dio! «Venite a me, voi che siete affaticati e oppressi», provati che non ne potete più, «vi darò ristoro e riposerete».
Via Crucis in San Leonardo
Il pomeriggio della prima giornata è cominciato all’insegna della Via Crucis a San Leonardo. Insieme ai futuri cresimandi e ai ragazzi di seconda media che hanno animato la liturgia, il Vescovo ha condiviso le proprie intenzioni di preghiera con l’assemblea.
Ogni tanto mi è capitato di leggere in chiesa durante la messa ma, leggere alla Via Crucis in presenza del Vescovo è stato davvero emozionante. Mi ha fatto molto piacere che il nostro Vescovo abbia potuto dedicarci un po’ di tempo e speriamo abbia la possibilità di venire a darci il Sacramento della Confermazione. Aggiungo anche che nella prima stazione della Via Crucis abbiamo ricordato, con le nostre foto, l’emozione della nostra prima comunione momento in cui, per la prima volta, Gesù è entrato in me. (Beatrice)
Quando mi è stato proposto di leggere non ho avuto paura perché mi sono sentita partecipe di una grande famiglia, ed in famiglia non ci si deve vergognare o avere paura. Non ho alzato gli occhi dal testo intanto che leggevo per non rischiare di sbagliare, perché quello che stavo leggendo era molto importante e mi ascoltavano persone importanti. Ringrazio Gesù perché mi sostiene sempre con le sue spalle e le sue gambe. (Alice)
Quando ho letto alla Via Crucis davanti al Vescovo, mi sono sentito forte, come se fossi importante per una persona ancora più importante di me. Mi sono sentito VIVO. E’ stato molto bello e importante per me. Grazie di questa opportunità. (Luca C.)
Ho letto la V stazione “Gesù cade”. Anche noi cadiamo quando seguiamo sentieri sbagliati. Vogliamo sembrare forti e, in realtà, siamo fragili. Ma Gesù è pronto ad accoglierci sempre ed a perdonare i nostri comportamenti sbagliati, le nostre pigrizie, il nostro dimenticarci di Lui. Che Lui ci guidi sulla via giusta e ci doni una grande fede come quella che ci ha mostrato e trasmesso, nella gioia, il nostro Vescovo. (Simone)
Partecipare alla Via Crucis è stato importante, un’esperienza che non si fa tutti i giorni. Inizialmente non volevo leggere ma, Angela, il testo era molto bello perché spiegato con parole semplici adatte a tutti. E’ vero abbiamo la fortuna di avere una mamma che ci protegge, ci guida lungo il nostro cammino ed è sempre pronta ad aiutarci. (Elisa)
Aver letto alla Via Crucis col Vescovo è stato emozionante. Anche il mio testo aveva un significato bellissimo, perché Dio ci perdona e ci aspetta sempre a braccia aperte. (Chiara)
«Non siamo per niente vicino ad una addio
non essere triste
Mettiamoci il coraggio
Sì, a volte ci perdiamo, a volte ci perdiamo i sottotitoli del cuore.
Ma guardiamo alla gioia di sapere che dovunque ce ne andremo, Gesù non ci lascerà mai».
Questa poesia che ho letto ci dice di non perderci d’animo, di continuare a mettere il coraggio in ogni nostra azione. Ci dice che dobbiamo fare le scelte usando la ragione, ma è bene lasciare un piccolo spazio anche al cuore. Ci dice che non dobbiamo avere paura di andare avanti perché vicino a noi c’è un amico, una guida accanto a noi: c’è Gesù e ci sarà sempre. (Elena)
All’inizio, quando tornavo da scuola, mi dicevo di non aver voglia di andare alla Via Crucis. Poi quando abbiamo iniziato a leggere mi è piaciuto tanto. Un po’ agitato quando è toccato a me leggere (Rafael)
All’inizio ero agitato e in ansia, ma poi mi sono tranquillizzato. E’ stato bello stare con il Vescovo e sono stato contento. (Andrea)
E’ stata una esperienza indimenticabile perché non capita sempre di avere vicino il Vescovo, anche se all’inizio ho avuto un po’ di ansia. Mi è piaciuto molto. Leggendo mi ha colpito la parte dove Dio ha perdonato coloro che volevano ucciderlo. (Diego)
Vorrei riportare la storia che ho letto.
«Una notte ho fatto un sogno splendido. Vidi una strada lunga, una strada che si snodava dalla terra e saliva su nell’aria, fino a perdersi tra le nuvole, diretta in cielo. Ma non era una strada comoda, anzi era una strada piena di ostacoli, cosparsa di chiodi arrugginiti, pietre taglienti e
appuntite, pezzi di vetro. La gente camminava su quella strada a piedi scalzi. I chiodi si conficcavano nella carne, molti avevano i piedi sanguinanti. Le persone però non desistevano: volevano arrivare in cielo. Ma ogni passo costava sofferenza e il cammino era lento e penoso. Ma poi, nel mio sogno, vidi Gesù che avanzava. Era anche lui a piedi scalzi. Camminava lentamente, ma in modo risoluto. E neppure una volta si ferì i piedi. Gesù saliva e saliva. Finalmente giunse al cielo e là si sedette su un grande trono dorato. Guardava in giù, verso quelli che si sforzavano di salire. Con lo sguardo e i gesti li incoraggiava. Subito dopo di lui, avanzava Maria, la sua mamma. Maria camminava ancora più veloce di Gesù. Sapete perché? Metteva i suoi piedi nelle impronte lasciate da Gesù. Così arrivò presto accanto a suo Figlio, che la fece sedere su una grande poltrona alla sua destra. Anche Maria incoraggiava quelli che salivano e li invitava a camminare nelle orme lasciate da Gesù, come aveva fatto lei. Gli uomini più saggi fecero così e procedevano spediti verso il cielo. Gli altri si lamentavano per le ferite, si fermavano spesso, qualche volta desistevano del tutto e si accasciavano sul bordo della strada sopraffatti dalla tristezza».
Mi ha colpito molto leggere questa storia e mi ha preso perché parlava di una situazione molto particolare tra gli uomini comuni e Gesù. Una scena che mi ha colpito particolarmente è quella di Maria che cammina sulle orme di Gesù. (Gaia)
E’ stata una Via Crucis diversa ma emozionante ed è stata una fortuna farla col Vescovo. (Nello)
Io non ero presente per un impegno già preso, ma credo che dobbiamo ringraziare Gesù; è solo grazie a Lui se noi adesso siamo qua. Lui ha sacrificato la sua vita per darla a noi, e dobbiamo ringraziarlo con la preghiera, facendoci vedere più spesso a messa e pensarlo sempre perché Lui c’è, dentro ai nostri cuori e ci aiuta ogni giorno a superare le difficoltà. (Arianna)
Animando la Via Crucis mi sono sentito molto in pace con me stesso ed in connessione con Gesù e Dio Padre. (Lorenzo)
Il pezzo che ho letto “Gesù muore” mi è piaciuto moltissimo perché ci sono cose che noi possiamo solo immaginare mentre Gesù in cielo le vede, come ad esempio le guerre, gli omicidi, gli attentati, ecc. Penso che dobbiamo pregare perché l’uomo non commetta più il male e perché, insieme a Lui, cerchiamo di fare smettere queste angherie. (Alex)
Il giorno che mi è stato detto di leggere alla Via Crucis ero in ansia perché avevo paura di sbagliare davanti al Vescovo. Mi sono esercitata tanto. Quando è toccato a me leggere tremavo perché avevo il Vescovo vicino a me. Questa esperienza mi è piaciuta molto, credo perché l’abbiamo animata noi e spero che ricapiti un’altra Via Crucis come questa. (Benedicta)
La Via Crucis l’ho seguita tante volte, ma devo dire che questa mi è piaciuta particolarmente perché i catechisti ci hanno dato la possibilità di leggere, ciascuno un pezzo della Passione di Gesù e di portere un simbolo che la rappresentava nelle varie stazioni. Ma cosa è la passione di Gesù? La passione di Gesù è il doloroso cammino che lo porterà alla crocifissione. Riguardo alla mia lettura, nella terza stazione, nel momento in cui Gesù cade per la prima volta, mi ha coinvolta molto e leggerlo è stato davvero emozionante. (Giulia)
Io non ho potuto esserci alla Via Crucis con il Vescovo, ma volevo dire che dobbiamo credere molto in Dio perché ci ha donato la vita ed è solo grazie a Lui che stiamo vivendo la vita di oggi. Bisognerebbe andare più spesso a messa per poterlo sentire più vicino e pregare di più. (Veronica)
Aver letto alla Via Crucis è stato bello. Mi è piaciuto leggere in chiesa davanti al Vescovo. Anche se quest’anno si è svolta in modo diverso dalle precedenti, è stata una bella esperienza. Ho letto la IX stazione, proprio quella dove Gesù muore. Mi ha colpito che si è sentito abbandonato. (Luca O.)
Fare la Via Crucis con il Vescovo è stato molto emozionante e, anche se avevo un po’ di timore a leggere davanti a tutti, insieme ai miei amici sono riuscita a contribuire con entusiasmo all’animazione dell’evento. E’ stata un’esperienza speciale che non avevo mai provato e mi è piaciuta molto: il Vescovo, con la sua simpatia e vicinanza ai giovani mi ha dato la sicurezza per proseguire al meglio il mio cammino trasmettendomi la forza della sua grande fede. (Sofia)
La Via Crucis che abbiamo animato mi è stata di aiuto per capire cosa voglio dalla vita, e mi sono sentito parte della parrocchia. (Michele)
Mi è piaciuto molto leggere la VI stazione “Gesù è aiutato dal Cireneo”. Nonostante a volte sostituiamo Dio ad altro, e facciamo finta di non vederlo, ci siamo sentiti come Simone, tendendo la mano per aiutare qualcuno, o a donare un sorriso. Ad esempio in questa pandemia possiamo fare del bene rispettando le norme anti-covid, stando vicino agli altri seppur distanti, ricordandoci che un giorno potremo finalmente riabbracciarci ed essere più uniti di prima. Con noi ci sarà sempre Gesù pronto a sostenerci. (Matilde)
Incontro con i bambini del doposcuola e i giovani dell’Oratorio Maffei
Nel tardo pomeriggio, il Vescovo si è poi intrattenuto con i volontari e i bambini del doposcuola.
Dopo è stato il turno dei giovani universitari (e non) dell’Oratorio Maffei, parlando e conversando con loro in compagnia e concludendo con un breve rinfresco.
Partendo dall’immagine della strada, Monsignor Antonio ha “provocato” i giovani chiedendo loro come vedono la propria vita. Per alcuni è emersa la difficoltà di individuare quale sia la destinazione di questo percorso; per altri invece l’arrivo è nel raggiungimento della felicità. Da lì si è parlato di come le decisioni che i giovani sono chiamati a fare durante la loro vita – dalla futura professione alla scelta dell’università –, sono passi importanti per raggiungere questo compimento di sé. Il Vescovo infine ha “stuzzicato” nuovamente i giovani domandando loro in quale modo Cristo c’entri nella vita di ciascuno di loro, quando Lui dice «Io sono la via», con quanto emerso dai loro pensieri. Da qui la conclusione che Cristo li accompagna in questo cammino concretamente, facendo percepire loro la Sua presenza, nella Chiesa e nella realtà di tutti i giorni, illuminando la strada che ogni giovane è chiamato a percorrere. (di Diego Frigidi)
Giorno dell’Ascolto
Il venerdì sera, a conclusione della giornata, il Vescovo via Skype ha incontrato i partecipanti dell’attività di catechesi Il Giorno dell’Ascolto; una proposta voluta proprio da Monsignor Antonio nella quale ci si ritrova con i sacerdoti intorno alla Parola di Dio per essere un’occasione comunitaria per ripartire dalla realtà illuminata dal Vangelo. In quel momento, si sono lette le letture della seconda Domenica di Quaresima.
Numerose le presenze, segno di una comunità che ha voluto riunirsi con il vescovo ed i suoi preti intorno alla Parola di Dio. Una bella esperienza, perché, nella Parola, ognuno trova una risonanza, un messaggio per sé ed il condividerlo con i presenti ci fa percorrere un cammino di fede comunitario alla sequela del Signore, e ci dona un aiuto per leggere, comprendere e interpretare la quotidianità, secondo punti di vista diversi.
La Parola di Dio è dentro gli eventi, ed il valorizzare i diversi apporti e sensibilità, apre il singolo sguardo ad una visione più completa, a vedere cioè Gesù risorto nella nostra vita.
La sapienza, dice il nostro Vescovo, nasce da una lettura condivisa della Parola: cosa queste letture stanno chiedendo ad ognuno di noi? Come influiscono nel nostro cammino di conversione? La fede nasce dall’ascolto … ed anche le vocazioni. Come la goccia che pazientemente incide la roccia, così l’ascolto perseverante ci convertirà ai pensieri ed ai sentimenti di Cristo. Abbiamo gustato l’essere fratelli e abbiamo spezzato le letture della Genesi sul sacrificio del nostro padre Abramo, un passo dalla Lettera di S. Paolo Apostolo ai Romani – Dio non ha risparmiato il proprio Figlio – ed il Vangelo secondo Marco – la Trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor. Sono emerse diverse considerazioni: ad es. che l’amore del Signore è così grande, che ha salvato Isacco dal sacrificio, ma ha donato il Suo unico Figlio per la nostra salvezza; l’esperienza del Tabor come partecipazione alla messa domenicale; la necessità di unirsi a Dio con la preghiera. Pietro, Giacomo, Giovanni e noi tutti non sappiamo esattamente chi siamo. Perché siamo molto di più. Noi valiamo il Sangue di Cristo e la trasfigurazione è lo specchio nel quale è riflesso ciò che potremmo essere se accogliessimo la Parola che ci è donata. Siamo impastati di cielo e quando capiamo quanto Dio ci ama, noi ci trasfiguriamo ed iniziamo una storia di fede che ci porta a scoprire noi stessi e la felicità, quella vera, perché impegnati a realizzare il sogno di Dio su di noi.
Il Vescovo Antonio ha sottolineato che Dio Padre non chiede di fare, ma di ascoltare il Figlio. Prima bisogna contemplare e masticare la Parola di Dio per comprendere il progetto che il Signore ha per ognuno di noi. E ci ha posto una domanda: cosa vuol dire risorgere dai morti?
Mons. Vescovo tornerà tra un anno e ci chiederà che risposta abbiamo dato a questa domanda. E per voi cosa significa risorgere dai morti? (di Angela Bigi)
di Redazione
Crediti fotografici:
Federica Bini
Giacomo Rastelli – La Provincia/ Fotolive