Il vicario don Arrigo Duranti racconta il progetto di creare nuovi spazi in oratorio aperti ai giovani del territorio: «Uno spazio nel quale loro si sentano protagonisti, possano crescere e vivere ogni momento nello spirito che la nostra tradizione cremonese oratoriana ci ha sempre insegnato». Sabato 5 giugno alle ore 11,00 la comunità casalasca è invitata alla presentazione di questa «affascinante iniziativa».
Nei mesi scorsi la diocesi di Cremona ha invitato le parrocchie a ripensare l’oratorio. Riflettere non tanto su come gestirne gli spazi e le attività, ma come offrire un’esperienza costruttiva, significativa e alternativa per i giovani. Uno spazio nel quale loro si sentano protagonisti, possano crescere e vivere ogni momento nello spirito che la nostra tradizione cremonese oratoriana ci ha sempre insegnato. Ripartire dall’oratorio significa credere come questo abbia ancora qualcosa da dire ai giovani e a questo mondo, alleandosi anche con altre agenzie educative del territorio. Per questo, con la zona gialla, abbiamo aperto di nuovo l’oratorio. Non solo per riaprire un portone ma soprattutto per ripartire insieme. Non per abitudine, ma perché ci crediamo. Ecco il vero motivo per cui è importante ritrovarsi.
E in uno di questi incontri si è arrivati ad un progetto condiviso. Insieme ad un gruppo di ragazzi e ragazze, ci siamo chiesti come ognuno è pronto a farsi avanti, secondo la propria disponibilità, a progettare e far vivere l’oratorio di oggi ma soprattutto quello di domani. Abbiamo capito, poi, come vivere l’oratorio significa anche prendersene cura. Da qui è emersa da alcuni giovani universitari del territorio una bella necessità: quella di sfruttare un ambiente per studiare insieme e, allo stesso tempo, aderire alle proposte dell’oratorio.
Grazie al passaparola e alle conoscenze tra amici, la proposta è riuscita a raggiungere in poco tempo un discreto numero di giovani. E dato che l’idea sembra portare buoni frutti, con loro si è pensato di organizzare un’inaugurazione di questi spazi, dove presentare concretamente quanto attuato in questo poco tempo. Questa “cerimonia” avrà più il sapore di una presentazione, perché l’esempio degli universitari aiuti e diventi occasione per coinvolgere altri giovani della comunità di Casalmaggiore ad aderire all’iniziativa. Ai ragazzi piace chiamare queste stanze “OGM” (Oratorio Giacomo Maffei), e riconosco come in questi giorni di ripresa alcuni di loro si siano dati da fare affinché la proposta sia seria e accattivante. Dall’inizio il progetto si è mantenuto grazie alle offerte raccolte in occasione di cene tra i primi fruitori, ad oggi infattibili a causa della pandemia. Sempre loro hanno stabilito poi come l’iniziativa non debba gravare sul bilancio dell’oratorio. Il servizio deve essere efficace nonostante non sia finanziato da enti. Dare un contributo non significa pagare un servizio, ma mettere a disposizione delle risorse per migliorare lo spazio in cui viviamo. I ragazzi hanno quindi deciso di fissare un contributo mensile di € 10,00 a testa per i frequentatori più assidui, al fine di coprire le spese di riscaldamento, Wi-Fi e sistemazione di ulteriori ambienti. Una cifra che consentirà tuttavia di organizzare una cena (quando sarà consentito) per vivere l’OGM anche in un momento non di studio. Ho dato fiducia ai ragazzi e loro hanno dimostrato di essere responsabili di fronte a questa opportunità nel realizzare uno spazio di aggregazione e studio in linea con i tempi.
- Sala universitari OGM (Oratorio Giacomo Maffei) – Casalmaggiore
- Sala universitari OGM (Oratorio Giacomo Maffei) – Casalmaggiore
- Sala universitari OGM (Oratorio Giacomo Maffei) – Casalmaggiore
di Don Arrigo Duranti
Fotografie e video di Mattia Marano