La S. Messa per celebrare il giorno di S. Stefano è stata presieduta da Don Davide Barili, vicario della nostra Parrocchia dal 2000 al 2011. Anche per questa occorrenza, tante persone hanno assistito alla celebrazione, a cui è seguito un piccolo rinfresco in oratorio, occasione per salutare Don Davide e per condividere con lui ricordi di tempi lontani.
Le parole di Don Davide Barili durante l’omelia: “Stefano non era un cristiano abituato, ma appassionato. L’innamorato è disposto a mettere in gioco la propria vita”
“Ringrazio Don Claudio per le belle parole con le quali mi ha accolto. Parto da alcune frasi del Papa, pronunciate da quest’ultimo quando ha ricevuto la Curia Romana. Lui, parlando con noi fedeli, ci ha detto di essere degli innamorati e non degli abituati. Una frase bellissima. Ecco è questo che siamo chiamati a raccontare della nostra fede e dell’esperienza cristiana: il fatto che noi ci siamo innamorati del Vangelo, della vicenda di Gesù, della testimonianza di tanti cristiani, come i Santi come Stefano, o come le donne e gli uomini di Dio che incontriamo durante il percorso della nostra vita. La vicenda di S. Stefano è drammatica, accompagnato da un Vangelo crudo dove si parla di deportazione, di umiliazione ma con una nota di speranza: se siete innamorati di questa strada, ne sarà valsa la pena. Le cose di valore hanno un prezzo e noi siamo contenti di pagarlo. Il Natale segna l’inizio di un’avventura meravigliosa, ma anche Stefano lo collochiamo all’inizio della vicenda della Chiesa, lui è il primo martire. Dio ha scelto un modo stranissimo per essere in mezzo a noi, perché un bambino muove dei sentimenti, muove della tenerezza, è difficile rimanere insensibili davanti ad un bambino nella culla. Tutti questi, sono sentimenti degli innamorati. Questo stesso amore lo trovo in Stefano quando deve affrontare la sua morte, perché ha proprio dell’incredibile: non ha un cedimento, è fermo nella sua Fede, sta testimoniando qualche cosa. Stefano non era un cristiano abituato, ma appassionato. L’innamorato è disposto a mettere in gioco la propria vita. Quanto vuole il Signore da noi? Ebbene sì, dobbiamo offrire tutto noi stessi. Ripenso agli inizi della Chiesa, in cui abbiamo descritti eventi belli, di persone che si volevano bene, in cui ci si sforzava di non litigare e di tralasciare sentimenti negativi. Tutto questo è segno chiaro di una grande passione. Lo dico prima di tutto a me stesso: cerchiamo di essere degli innamorati, mai degli abituati. Prendiamo esempio della passione e, quindi, dell’esempio di Santo Stefano.”