Sembrano passati anni, in realtà è stato un vuoto lungo il tempo di una sola estate. Si è però fatto sentire quello spazio bianco, come se ci si fosse persi in una nebbia di dubbi. Una luce diafana in grado di confondere e smarrire ogni certezza. Forse l’hanno capito i ragazzi e le ragazze partecipanti al campo estivo a Temù. La pandemia COVID-19 ha portato via momenti dati per scontati, spazi colorati di vita dei quali forse non se ne rendevano pienamente conto. Un’esperienza in grado di accendere la mente e, si spera, di custodirne i segreti per la loro vita futura. Ecco il racconto di quelle giornate e le riflessioni dei giovani protagonisti.
Il tema del Campo Estivo 2021 aveva come titolo “Dentro Fuori – Coloriamoci di emozioni“.
Partendo dal film Disney Inside Out, in cui ogni emozione viene associata ad uno specifico colore, siamo riusciti a far riflettere i bambini e i ragazzi sulle proprie esperienze, affrontando l’argomento in modo semplice ma incisivo. La vita di tutti i giorni è ricca di particolari a cui spesso non si da alcuna rilevanza; ma per crescere è importante saper conoscere e RIconoscere le proprie emozioni.
Utilizzando esempi e parole molto concrete, il nostro impegno è stato quello di leggere quotidianamente un breve testo del Vangelo, il quale ci ha permesso di interrogarci sulla più profonda natura delle emozioni con cui tutti i giorni dobbiamo convivere. Rabbia, paura, tristezza, gioia e disgusto sono state le protagoniste delle nostre discussioni.
Il campo estivo ha avuto inizio domenica dopo la S. Messa, con la possibilità offerta alle famiglie di passare una giornata in montagna insieme ai loro figli. Purtroppo, questa occasione non è stata colta con lo spirito giusto poiché abbiamo notato poca partecipazione e poco interesse. Crediamo invece che questa sia un’iniziativa gradevole e quindi la riproporremo anche l’anno a venire. A partire da lunedì, abbiamo dato ufficialmente il via a tutte le attività precedentemente programmate dagli educatori.
La sveglia e la colazione tutti insieme, grazie al clima creatosi nel corso della settimana, sono diventati ben presto il primo momento di compagnia. Fin dalle primissime ore del mattino infatti, gli animatori hanno rallegrato gli animi dei ragazzi con scherzi, battute e brevi sketch inerenti al tema della giornata. Ogni mattino si celebrava la Messa, unita ad una piccola riflessione del don, con lo scopo di lanciare l’emozione del giorno e di porre le basi per una riflessione adatta ai ragazzi.
Al termine della celebrazione, era prevista un’insolita attività: il “pescatoio”. Estraendo un bigliettino da un sacchetto, ad ognuno dei presenti veniva associato il nome di qualcun altro, al quale rivolgere un pensiero inerente l’emozione del giorno. Prima di andare a letto, sotto il proprio cuscino, si poteva trovare e leggere il messaggio del proprio amico e questo è subito diventato veicolo di amicizia e confidenza.
Nei pochi giorni in cui il clima ce lo ha concesso, abbiamo indossato gli scarponcini per esplorare i dintorni di Temù e Ponte di Legno. Sono state tutte camminate piacevoli e non troppe impegnative, che comunque ci hanno dato l’occasione di fare picnic godendo il panorama delle montagne dell’Adamello.
Nei pomeriggi in cui il meteo era incerto e quando eravamo più stanchi, invece, il tempo veniva riempito con agguerrite sfide e giochi di squadra (ad es. palla prigioniera, bandiera genovese e molto altro ancora). Nel corso di tutta la settimana infatti, i ragazzi erano formalmente divisi in due squadre e partecipando con impegno a tutte le attività, potevano assicurarsi i punti per vincere la gara.
Al calare della sera ci si ritrovava per un “momento serietà”. Dopo lo svago e il gioco, i ragazzi erano invitati al “pensatoio”, termine coniato dagli animatori per indicare il momento e il luogo delle riflessioni. I ragazzi, con l’aiuto del don, cercavano di esprimere le proprie idee e condividere le proprie esperienze, partendo dalle parole pronunciate al mattino durante la S. Messa e annotate sul piccolo quaderno di cui erano forniti.
Partendo dalle emozioni, ovviamente, ci si poteva allargare ed estendersi ad argomenti più avvincenti e profondi: la paura, ad esempio, ha concesso a tutti di esprimere le più profonde e segrete fobie. In generale, è emerso quanto questo sentimento permetta di riconoscere i propri limiti e di mettere in discussione se stessi davanti alla realtà. La rabbia invece, ci ha portato ad analizzare gli effetti negativi che essa reca al nostro rapporto con gli altri; parlando del disgusto, ci siamo agganciati al tema dei pregiudizi, delle discriminazioni e del bullismo; infine, dal confronto fra la gioia e la tristezza, siamo riusciti a capire cosa influenza maggiormente il nostro umore e cosa bisogna valorizzare nella vita per essere davvero felici. Ci siamo interrogati su quanto sia difficile gioire per i successi altrui e ci siamo soffermati sulla nostra capacità di rendere grazie agli altri. Partendo da queste discussioni, i ragazzi hanno avuto anche la possibilità di confessarsi col Don, facendo un esame di coscienza personale.
Dopo la cena, ulteriore momento in cui i ragazzi potevano chiacchierare in libertà, solitamente si giocava tutti insieme a qualcosa di organizzato dagli animatori. In particolare, l’ultima sera era previsto un vero bivacco, con tanto di fuoco al centro ma il freddo e la pioggia non ce lo hanno consentito. Ciò nonostante i ragazzi sono stati insieme intrattenendosi con giochi e scherzi davvero divertenti. E proprio quella sera hanno dato libero sfogo anche alla loro sensibilità poiché tutti, eccetto qualche soggetto più introverso, sono scoppiati in un pianto di gioia e malinconia per i bellissimi giorni passati insieme.
Ecco alcuni interrogativi rivolti ai ragazzi e le loro risposte.
a) Cosa ti ha colpito di più di questa settimana?
b) Se dovessi riassumere l’esperienza in montagna in una parola, quale parola sceglieresti e perché?
c) Si è trattata di una vacanza “insolita”, sotto la guida di un sacerdote e con la Parola a scandire le giornate tra risate e riflessioni. Se dovessi raccontarla a chi non frequenta l’oratorio o non crede nel Vangelo, come ti sentiresti? Orgoglioso o imbarazzato? Perché?
d) Domanda personale: in una settimana è difficile riuscire a cogliere le sfumature di un preciso momento della tua vita. Ma ripensandoci e soffermandoci sopra, percepisci di aver compreso qualcosina di più su te stesso, sulla tua fede, sui tuoi orizzonti futuri?
a) Di questa settimana mi ha colpito l’unicità di ogni persona del gruppo; questo era il mio decimo campo estivo dell’oratorio e ognuno mi ha lasciato qualcosa di prezioso che mi ha fatto avvicinare a Dio e mi ha aiutata anche a capire meglio quanto è bello stare insieme.
b) Se dovessi riassumere con una parola questa esperienza infatti sceglierei “Unione”, perché raramente si è riusciti negli anni scorsi a formare un gruppo così affiatato e fatto di persone che si prendono cura l’una dell’altra e si preoccupano dei sentimenti altrui.
c) Sicuramente mi sento orgogliosa e molto soddisfatta di aver scelto “questo tipo di vacanza” perché mi rendo conto anche facendo altre vacanze che nessuna è “arricchente” come questa. Infatti tornando a casa capisco che ciò che ha reso bella la vacanza è stato Dio tra noi (e non è una frase fatta perché lo si nota dai sorrisi e dalle facce felici). Ho certamente compreso qualcosa di più su me stessa e sulla mia fede sia attraverso le riflessioni che facevamo ogni giorno sia durante le messe.
d) Ho migliorato il mio dialogo con lui e ho imparato a ringraziarlo anche per le cose più semplici.
a) La cosa che mi ha colpito di più penso sia stato il clima e la vera amicizia che si è creata tra tutti noi.
b) Crescita: questa parola è molto auto esplicativa nel senso che le riflessioni e i rapporti creati mi hanno fatto crescere molto come persona.
c) Assolutamente orgogliosa ma più che altro speranzosa di far capire all’altra persona quanto siamo stati bene e convincerla a venire la volta successiva (se si tratta di un coetaneo ovviamente).
a) La cosa che mi ha colpito di più della settimana sono stati i forti legami che si sono creati sia tra gli educatori ma anche tra educatori e bambini. In nessun campo prima mi ero mai affezionata così tanto ai compagni.
b) Semplicità… perché in certi giorni non siamo riusciti a fare le cose organizzate a causa della pioggia ma nonostante ciò ci siamo divertiti e siamo stati bene facendo cose molto semplici come una partita a carte o una partita a Ping pong. Questi momenti “informali” arricchenti vissuti bene e nel profondo nella spontaneità.
c) Io sono molto felice e orgogliosa di aver fatto questa esperienza perché oltre ai momenti di risata e divertimento ci sono stati anche momenti di riflessione dove abbiamo appreso tante cose sia sugli altri ma anche su noi stessi.
a) Il divertimento nonostante non siamo usciti spesso per il brutto tempo e il rapporto instauratosi in una sola settimana.
b) Convivenza: perché di solito si fa fatica anche considerando che non ci siamo scelti, ma almeno per me è stata piacevole e poi anche per le emozioni perché conviviamo sempre con le emozioni e convivere anche con gli altri ci ha aiutato a comprendere meglio anche le emozioni del prossimo (spero si sia capito).
c) Ho passato con piacere quella settimana, quindi non vedo ragione per cui essere imbarazzata.
d) Di me stessa ho capito che se voglio un momento per riflettere lo trovo e che condividere un pensiero è bello e costruttivo. La fede si è arricchita di giorno in giorno grazie alla Messa. Del futuro non saprei…
a) La cosa che mi ha colpito di più, come succede durante tutti i campi estivi, è il rapporto stretto che si crea con le persone. Si comincia a chiacchierare e a stare insieme in un modo speciale. Sembra di conoscersi da una vita e di essere amici legati da un legame profondo anche se in realtà prima di partire ci si conosceva a malapena.
b) Probabilmente sceglierei la parola libertà, perché per il tempo e altri motivi non avevamo un “programma” ben scandito. Passavamo le nostre giornate nella pace più totale. Giocavamo se volevamo muoverci, chiacchieravamo se eravamo tranquilli, mangiavamo se avevamo fame etc…etc…Anche perché dopo un anno e mezzo di covid, regole e quarantene abbiamo riscoperto lo stare insieme.
c) Mi sentirei molto orgogliosa perché secondo me siamo riusciti a leggere la Parola di Dio in maniera molto concreta. L’abbiamo sfruttata per fare riflessioni su argomenti che riguardano la vita di tutti i giorni. Anche le piccole attività quotidiane (angelo custode, bigliettini …) ci hanno permesso di stare insieme diversamente e di dare attenzioni agli altri, cosa sempre meno frequente.
d) Mi capita spesso nell’ultimo periodo di chiudermi in me stessa persa nei miei pensieri. II gruppo di amici con cui mi sono ritrovata questa settimana mi ha sempre riportato i piedi per terra perché stavamo talmente bene insieme che non volevo perdermi neanche un secondo di quelle risate. Spero che il campo mi abbia aiutato a capire quanti particolari della vita mi perda tutti i giorni.
a) Sembrano passati solo un paio di giorni all’interno di quattro semplici mura in compagnia di una famiglia che non pensavo di avere; da sconosciuti ad arrivare a piangere per non volere perderci di vista, da odiarsi a ridere e scherzare assieme, dalle brutte prime impressioni alle serate a chiacchierare fino a tarda sera… abbiamo riscoperto un mondo che nel nostro immaginario della giornata scolastica o al di fuori delle esperienze come campus Grest ecc.. non pensavamo di ottenere.
b) Semplicità: la luce negli occhi dei ragazzi; dai più giovani ai più grandi. Il sorriso che hanno portato dai momenti di confidenza nei quali non ti aspetti certe espressioni o certi dialoghi interiori. Indimenticabili le facce da appena svegli bagnati da bicchieri di acqua ghiacciata, alle facce stanche la sera ma contente della giornata trascorsa.
a)L’insieme di tutti, emozioni e fraternità fra i vari ragazzi ha formato il mio piccolo grande arcobaleno personale. Nonostante le difficoltà avvenute grazie all’aiuto di tutti e della buona volontà siamo sempre riusciti a trarne un qualche cosa di produttivo, dai lavoretti con il dash e le storielle di prima mattina col gruppo delle elementari alle riflessioni molto più profonde e ragionate con il gruppo delle medie.
b) L’esperienza la riassumerei nella parola “Arcobaleno”. Solitamente spunta dopo una tempesta o un brutto tempo. Spettacolare, mille colori che trasmette felicità e spensieratezza. I ragazzi per me sono stati tutti i singoli colori chi nel suo rappresentava un colore diverso chi il rosso per la rabbia o l’azzurro per la tristezza chi passava le giornate a ridere e scherzare e chi a piangere per il sentimento di malinconia di qualche genitore.
c) In primis da ragazza non cristiana non me ne vergogno affatto credo che i ragazzi siano stati contenti e noi ci siamo divertiti. il Sacerdote alla fin fine non è altro che un nostro amico più stretto; in questi casi ormai si vive di instabilità mentale, al giorno d’oggi si cerca sempre di seguire la moda e il “gregge”. Questi ragazzi si sono contraddistinti, hanno accettato il ritiro di uno strumento elettronico che ormai usiamo tutti i giorni, dal loro canto non si sono che divertiti di più. Al giorno d’oggi ormai agli occhi degli altri frequentare l’oratorio risulta comodo solo secondo le proprie necessità. solo al Grest abbiamo avuto a che fare con un centinaio circa di bambini tra cui almeno tre quarti di loro non sapeva recitare il Padre Nostro o l’Ave Maria questo si che fa riflettere…
d) Sicuramente parlare di un argomento abbastanza sottile come le emozioni le quali non tutti le comprendono benissimo è stato un punto di appoggio e uno di ripartenza nel scoprire me stessa e argomenti di cui non mi ero mai soffermata a pensare… ciò che abbiamo fatto ha aperto la mente anche a pensieri sempre più forti; siamo cresciuti come i fiori che nascono nell’asfalto screpolato in mezzo al nulla, forti, contro il giudizio degli altri e con la forza di volontà nel dire senza paura io faccio parte di questo oratorio.
a) Mi ha colpito tanto la semplicità con cui si è creato un gruppo e quando serve serio, coeso e divertente. Spesso occorre tanto tempo per unire i ragazzi, mentre in questa settimana abbiamo condiviso risate e discussioni come in una vera famiglia.
b) Sceglierei la parola EMOZIONE, perché oltre ad aver affrontato coi ragazzi il tema, appunto, dell’emotività, abbiamo provato tante emozioni diverse. È stato un campo che mi ha fatto sentire vivo.
c) Ne parlo orgoglioso, perché le emozioni belle vanno raccontate senza alcun imbarazzo.
d) Ho imparato a dare più peso alle emozioni, che spesso rientrano nella routine quotidiana e diventano banali e superficiali. Ho capito che è importante dare ascolto alle proprie emozioni perché sono il sale che rendono speciale e diverso ogni singolo momento della nostra vita.
di Don Arrigo e Redazione
Per l’utilizzo o diffusione delle immagini è necessario chiedere il permesso